La allegra comitiva dei Freedogs è partita sabato mattina di buon ora alla volta di Valencia. Tra gli immancabili supporters "di spessore" e gli atleti eravamo una cinquantina pronti a voler riprovare, dopo Madrid e Barcellona degli anni passati, la partecipazione e l'entusiasmo alle competizioni, degli spagnoli. Valencia ci ha accolti con gli imponenti palazzi, che sfidavano il vento a quell'ora impetuoso e, come giganti, scrutavano l'orizzonte di questa città dai due volti: il primo quello romano, che nei primi 2000 anni della sua storia, gli ha dato ampio lustro e fatto diventare Valencia una delle città più importanti del Mediterraneo, dall'altro la Valencia moderna della Coppa America, con l'avveniristico porto e il circuito auto/motociclistico, una città proiettata verso il futuro, con le imponenti opere degli architetti più rinomati come la Città della Scienza, e il Museo Oceanografico opere dell'architetto valenciano Calatrava.
La città ha saputo rinnovarsi cambiando radicalmente il proprio profilo, e tutto sembra ben armonizzato, come testimonia l'ambiziosa deviazione, effettuata nel 1957, dopo una disastrosa alluvione, del fiume Turia, che attraversava tutta la città: oggi quel antico "letto", lungo quasi 10 km, è diventato il vero polmone verde della città, dove tante sono le attività possibili all'aperto, tutte finalizzate al benessere fisico.
Ma torniamo a raccontare della gara: il leitmotiv di questa gara, è stato certamente il numero tre! Tre è stato il trio atletico perfetto “3 effe“ dei simpatici Francesco/Felice/Francesco; Tre le coppie nella vita e in gara: Console/Delfine/Luisi, divisi nella gara ma uniti al traguardo; Tre gli esordi in una quarantadue per Titti/Paolo/Mimmo e tutti brillantemente portati a termine; e tre i rientri alle competizioni dei nostri veterani Ferrara/Pollicelli/Toro. Certamente a Giuseppe Carella, il più veloce di questo gruppo, va il titolo di "Homo Runners", ma il ricordo più bello per noi, resterà la gioia, per nulla celata, del nostro Giovanni, che dopo un periodo di forzato stop, ha riassaporato, insieme ai cari amici Andrea e Peppino il piacere non di una gara, ma di una ennesima conquista, dal sapore diverso, ma forse più prezioso anche dei lusinghieri risultati ottenuti in passato.
Hanno dimostrato tutti e tre quanto grande sia la passione e l'entusiasmo per questa disciplina. Anche l'amico Carlo ha messo in mostra coraggio e determinazione, prendendo il via e con ostinazione terminando la gara; a lui piace raccontare di aver corso due gare in una: la maratona e la sei ore! L'ottantunenne putignanese Vincenzo Mirizzi ha strabiliato tutti e dimostrato quanto possa essere sottile il piacere di vincere andando piano. La splendida Rossella Ivone, questa volta bloccata da un infortunio, ha comunque raggiunto il gruppo da Milano per condividere ancora una volta il piacere di stare insieme a questo variopinto gruppo.
Tutti noi ricorderemo per sempre gli incitamenti del tanto pubblico assiepato lungo tutti i 42 Km; i tanti "Animo campeon!", i migliaia di bambini che chiedevano di battere il "5" ai bordi della strada, e nessuno potrà mai dimenticare gli ultimi 800 metri, su quel tappeto azzurro sospeso sul laghetto artificiale della città della scienza vivendo in un'atmosfera surreale.
I sorrisi e la commozione si fondono quando, una cortese signorina ti aspetta appena dopo il traguardo e sorridente ti fa i complimenti e ti mette la medaglia al collo facendoti sentire un vero “campeon” .