Freedogs al Challenge di Rimini, visto dal coach
in triathlon  del 04 maggio 2024
di An.Min.
Le impressioni di Fabio D'Aprile, tecnico della sezione triathlon, sull'impresa dei quattro giallofluo al mezzo IronMan in Emilia Romagna
foto Freedogs al Challenge di Rimini, visto dal coach

8 maggio 2016 è una data che 4 triatleti dell’ASD Atletica Castellana non dimenticheranno facilmente, indelebilmente legata al ricordo della partecipazione al loro primo IM 70.3 del Challenge di Rimini.

Il fascino di 2000 atleti di tutta Europa che si sfidano per 1,9 km di nuoto, 90 km di bici e 21 km anche per questo anno ha stregato i Freedogs. Lette singolarmente le distanze già incutono rispetto, si riempiono di fascino se si chiama triathlon e vanno affrontate in successione, diventano una sfida se è il tuo primo IM 70.3!

E’ con questo spirito che Domenico Ottomano, Antonio Campanella, Giuseppe Carella e Gaetano Proietto hanno coronato il loro sogno di concludere la prova e meritarsi il passaggio sotto l’arco di arrivo con lo speaker che gli annunciava  “you are a finisher!”. Tutti e 4 trionfanti i 4 atleti possono vantare  risultati cronometrici decisamente migliori delle previsioni, con tutti sotto il muro delle 6h, con Domenico Ottomano sugli scudi con un ottimo 5h25’.  Una gara così lunga non si inventa, dietro c’è fatica, tanta. Km macinati in bici, tante salite, incuranti del vento e della pioggia; tanti km messi sotto le suole, di sera dopo il lavoro o all’alba prima di colazione; centinaia di vasche fatte in piscina, avanti e dietro con la testa sempre lì, ad immaginarsi  nella mischia della gara, aspettando la sirena dello start… e poi si tirano le somme! Questa volta i conti erano giusti, ma una gara così lunga non è matematica, non è un assioma ma c’è tanto  di cuore e testa, prima e durante.

“La fatica non è mai sprecata” diceva Pietro Mennea, e te ne accorgi quando percorri gli ultimi metri prima del traguardo, con le gambe pesanti ma il cuore leggero leggero come una nuvola e sei contento di tutto il sudore, i sacrifici, le sveglie, i dolori alle gambe, la stanchezza, i momenti difficili che hai superato.  Se non li avete riconosciuti in foto non vi preoccupate, se  questa settimana incrociate  qualcuno che cammina  fluttuando una spanna sopra il terreno, vuol dire che è uno dei “finisher”.

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