Poche cose rendono la sensazione di libertà di una corsa. Nella semplicità del gesto che lascia agli occhi ed al cuore il tempo di assaporare il paesaggio che ci si lascia alle spalle, si ritorna ad una condizione quasi “antica”, in cui gli uomini erano più uomini, ed un po’ meno macchine.  Se la corsa si svolge nei boschi, su strade in terra, respirando a pieni polmoni i profumi delle essenze selvatiche, la gratificazione è massima e compensa ampiamente il maggiore sforzo muscolare richiesto per correre un “trail” rispetto ad una gara su strada.

Il trail  delle “5 querce” di  Gravina con i suoi 21 km nei boschi ha regalato tutto questo ed anche di più ai 20 Freedogs che hanno partecipato alla competizione, in una calda mattina domenicale dal sapore ampiamente estivo. Ottima l’organizzazione per una gara che ha visto al via oltre 700 atleti, numeri che ben rappresentano il fascino di questa gara.

Tra i Freedogs si segnala l’ottimo terzo posto di categoria di Paola Marconi, onnipresente sul podio, sia nella corsa che nel triathlon che in sella alla sua MTB.  Ma queste sono quelle gare in cui si esce tutti un po’ vincitori, non si guarda il cronometro o il passo gara, perché tra salite ripidissime e discese a rotta di collo, non conta in quanto tempo ci si arriva, ma conta il piacere di viversi la gara anche a costo di concedere qualche secondo al cronometro per godersi il paesaggio circostante. Tutto questo prima di tornare all’asfalto ed al cemento dei nostri paesi negli abitacoli di latta delle nostre auto, con l’insegnamento che il territorio e l’ambiente vanno protetti e valorizzati; il trail è anche questo.